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Immagine del redattoreMarcello Luppino

Come la nostra prospettiva influenza la vita: non vediamo il mondo per ciò che è ma per ciò che siamo

Aggiornamento: 7 lug



Mano che accarezza l'acqua di un lago


Oggi voglio parlarti di un concetto che ha profondamente cambiato la mia vita: la consapevolezza che noi non vediamo le cose per ciò che sono, ma per ciò che siamo. 


Questa semplice frase racchiude una verità fondamentale che spesso dimentichiamo nel corso della nostra esistenza.


Adesso te la spiegherò meglio attraverso un esempio.


Immagina due genitori che, indipendentemente dalla loro personalità e dal loro modo di essere, educano allo stesso modo i loro quattro figli. 


Nonostante ricevano la stessa educazione, questi figli possono crescere in modo completamente diverso: uno potrebbe diventare un delinquente, mentre un altro potrebbe condurre una vita tranquilla. Uno dei quattro è un grande studioso, l’ultimogenito un artista, con una visione del mondo e un approccio alla vita completamente diverso dagli altri fratelli.


Quattro personalità e vite diverse, nonostante siano stati cresciuti ed educati dagli stessi genitori, e allo stesso modo.


Questo cosa vuol dire?


Che l'ambiente certamente condiziona, ma ognuno di noi guarda il mondo attraverso i propri "occhiali", che sono il risultato delle esperienze, delle nostre emozioni e convinzioni. 


Pensa a te stesso e ai tuoi fratelli o sorelle: pur avendo ricevuto la stessa educazione, siete probabilmente personalità diverse, con interessi e vite differenti. 


Questo accade perché ognuno di noi filtra le informazioni che riceve in base ai propri "occhiali dell'anima".


Come genitori, è fondamentale capire che prima di essere madri o padri, siamo persone con le nostre paure, i nostri limiti, le nostre speranze e le nostre "valigie" emotive. 


Se non risolviamo le nostre ombre interiori, rischiamo di trasmetterle inconsapevolmente ai nostri figli. 


È essenziale, quindi, imparare a separare il ruolo di genitore dalla nostra identità personale e lavorare su noi stessi per alleggerire il carico emotivo che potremmo trasmettere, inconsapevolmente, alle generazioni future.

Come scrive il poeta arabo Gibran nella sua bellissima e famosa poesia sui figli, "potete sforzarvi d'essere simili ai vostri figli ma non sforzatevi che loro somiglino a voi". 


Dobbiamo comprendere che i nostri figli non ci appartengono e che il miglior regalo che possiamo fare loro è quello di rimettere in ordine le nostre "valigie" emotive, in modo da non appesantire il loro viaggio in questa vita.


Personalmente, prendere coscienza che le persone non vedono le cose per ciò che sono, ma per ciò che sono loro stesse nella loro essenza, mi ha permesso di liberarmi delle "valigie" di mia madre o di mio padre e di alleggerire la mia vita, con conseguenze positive anche per i miei figli.


Per questo motivo, è fondamentale imparare ad ascoltarci, a migliorare noi stessi e a non gravare sulle spalle dei nostri figli e delle persone che dipendono da noi. 


È proprio questo l'obiettivo dei percorsi di Education for Change: aiutare noi stessi in primo luogo, consapevoli che ciò che facciamo per noi avrà un impatto positivo anche nelle vite di chi ci circonda e di chi amiamo.


Se desideri saperne di più su come gli “occhiali dell'anima” influenzano la nostra vita e su come i percorsi di Education for Change possono aiutarti in questo processo di crescita personale, ti invito a contattarci per richiedere maggiori informazioni o a visitare il nostro nuovo sito.











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